Ed è un vero onore, dopo anni, varcare timidamente in punta di piedi il cancello che divide la VIppANZA calcistica da noi comuni mortali. E la SACRAURNASVIZZERA girava….
La Lazio ha pescato il fiammifero più corto e, per quanto si voglia dire -preferivo il Real MadridDe-, scegliere quale fosse il minore tra i mali non sarebbe stato facile.
Qualcuno vi parlerà di statistiche, precedenti e tutta una sequela di robe serie tra Lazio-Bayern, di sconfitta certa e speranze negate. Quante volte posso ripetere MACHEDAVERO? Vi parleranno della difesa a pezzi, di probabili imbarcate a suon di gol. Io sono una persona romantica e faccio atto di fede, anche se per esser chiari, non credo ciecamente nei miracoli e nemmeno nelle eccezioni.
Così mi ritornano in mente le tante cose che mio padre mi ha raccontato, 1974, Giorgio Chinaglia……. 
Perché ogni tanto c’è bisogno di staccarsi dalla oggettività dei fatti.
Come Long John tanti, tanti anni fa…. 
Pulici, Petrelli, Martini, Wilson, Oddi, Nanni, Garlaschelli, Re Cecconi, Chinaglia, Frustalupi e D’Amico. 
Formazione/filastrocca che tutti i laziali sanno recitare a memoria.
Dall’altra parte uno dei tanti Bayern Monaco tra quelli che si sono scritti la storia:
Maier, Hanser, Rohr, Schwarzenbeck, Beckenbauer, Kappelmann, Hadewicz, Durnberger, Muller, Hoeness e Wunder.
(Squadra considerata ai massimi livelli del calcio tedesco).
Si trattò di una semplice amichevole, seppur davanti ai 50 mila tifosi dell’Olimpico, ma fu l’unica volta Europea per la “Banda del ’74” destinata alla LEGGENDA.
Il Bayern era agli albori di ciò che poi avrebbe rappresentato, mentre la gang di Maestrelli era il modello esemplare della squadra corta con talmente tanto cuore da poter fare miracoli. 
Giorgio Chinaglia e Gerd Müller… Nomi che solo a pronunciarli, fanno tremare pure le pareti della mia camera.
Io non ero ancora nata, ma quella del 1974 non deve essere stata è un’estate qualsiasi per chi aveva toccato il cielo con un dito.
L’anno del "vaffanculo" di Giorgio Chinaglia all’indirizzo di Valcareggi  nel Mondiale del ’74 per una sostituzione. (Luis Alberto prende nota). E già l’estate era stata turbolenta.
Wilson e Beckenbauer i capitani, Chinaglia pronto…. Schwarzenbeck mise a segno il primo gol e, come le migliori favole raccontano, nel finale il pareggio della Lazio con Franzoni.
Questo è quello che tante volte mi fu raccontato.
Il sorteggio della SACRAURNASVIZZERA ha messo di fronte Lazio e Bayern Monaco. Una sfida "nuova", le due squadre infatti, non si erano mai affrontate prima di qualche giorno indietro. L’unico precedente, dunque, l’amichevole di lusso in quel lontano 17 settembre 1974.
Da una parte la Lazio di Giorgio Chinaglia e Tommaso Maestrelli squalificata dall’Uefa per gli incidenti dell’anno prima contro l’Ipswich e di conseguenza costretta a saltare la partecipazione al massimo torneo, opposta al Bayern Monaco straripante di calciatori vittoriosi nel Mondiale di Germania.
I campioni d’Italia sfidarono i campioni d’Europa. 
50mila persone per un match che, oggi, assume il suo vero valore simbolico: coraggio sempre e paura mai.
I biancocelesti di allora in quella unica partita dal sapore europeo, i biancocelesti di adesso dovranno viversela consapevoli che il sogno Champions League potrebbe svanire ma, fanc*lo, "l’importante è partecipare" non lo disse il primo tra i perdenti!
Uscite a testa alta, altrimenti quella è l’uscita! 
La storia racconta "vincere è quello che conta", armature scintillanti e draghi sconfitti. Ma la storia non racconta mai che pure chi non compare nel "vissero felici e contenti", ha combattuto insieme al principe.
Fino alla fine! 
DA CHINAGLIA A OGGI
Rega’ non è certo il momento di deprimersi, ce ne siamo fatti una ragione, la SACRAURNASVIZZERA ti ha schiaffato davanti il Bayern Monaco e se ti ci avesse schiaffato il PSG certo non avremmo stappato lo champagne.
Dopo due mesi passati tra saliscendi in campionato, aspettando ‘sto benedetto Bayern Monaco e guardando la Bundesliga per capire se davvero sia imbattibile, il Bayern Monaco è arrivato. E c’ha menato.
Sono due mesi che su questa partita leggo le più disparate opinioni social.
In tanti hanno già decretato -la difesa ne pia 7-, io leggo col pigiamino perché mi fanno talmente avvilire che entro in modalità "nonna co’ la calza". 
No, rega’, il pessimismo non lo accetto.
Soprattutto in questo periodo dove il pianeta Terra non abbonda di belle speranze.
Mi faccio un bagno in un vascone di realismo, ok, Bayern Monaco non è Bayern Benevento, ma almeno l’atto di fede nel karma me lo dovete concedere. 
Parliamoci chiaro, incentrare tutti i più reconditi desideri di passaggio del turno sulle probabilità di sgambettare via i tedeschi dalla Champions, recuperare le 4 pere imbarcate in casa, non è cosa sana, però mettere in discussione l’autostima della Lazio vi dico proprio NO.
Qualunque cosa succederà che vengano messe al bando le critiche, quelle che giustamente caddero a pioggia dopo il Salisburgo.
Ad occhio e croce, la butto lì: ben venga il Bayern Monaco, almeno per non subirci i pippardozzi su difesa e robe varie. O meglio, forse il pippardozzo ci sta sempre, basta farlo con garbo.
Invito, dunque, a mantenere calma e compostezza nel pessimismo, oppure nell’ottimismo sfrenato.
Il dado è tratto: sulla strada dei biancocelesti sono arrivati i "marziani".
Stiamo agli ottavi di Champions, cos’altro sarebbe mai potuto arrivare? 
Il calcio però non si giudica mai su parametri predefiniti, remember me.
Aspettando la fine di questo lockdown infinito, almeno godiamoci 90 minuti di calcio senza pensare al COVIDDDIII.
La Lazio contro il Bayern Monaco, 47 anni dopo e, tanto per cambiare, so’ loro i Campioni d’Europa.

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